domenica 30 novembre 2008


Ascolti Distratti - novembre 2008

Veramente ascolti distratti in questo piovoso novembre 2008, tanto distratti che ai primi posti della mia classifica del mese si piazzano due gruppi che sanno tanto di vecchio quanto di buono: solidi, forti, potenti e strettamente legati ai miei 20 anni: Steve Miller Band e ZZ Top!!!

Steve Miller Band – Live From Chicago (8)

In quanti ascoltiamo la Steve Miller Band? Dopo i fasti della tamarra Abracadabra, qui riproposta e tutto sommato ancora accettabile, che fine aveva fatto il vecchio Steve? Eccolo qui in gran spolvero, sciorina – affiancato dal grande Norton Buffalo all’armonica – una serie di classici al fulmicotone: Fly Like an Eagle, Jet Airliner, Living in the Usa, Mercury Blues, Jungle love, The Joker, Take The Money And Run… e per concludere una Crossroads da incorniciare.

ZZ Top – Live From Texas (8)

Grandi barbuti ZZ Top!!! Vanno ancora alla grande dal vivo, con un repertorio non sterminato, ma ricco di perle come Sharp Dressed Man, Legs (dal periodo magico su Video Music), le iperclassiche Tush, La Grange (fantastica) e una dignitosissima Foxy Lady. Blues, rock, southern, un’ora a tutto gas.


Son Ambulance – Someone Else's Déjà Vu (6)

Siamo dalle parti di Wilco: indie rock di qualità media, anzi, sufficiente.


Taj Mahal – Maestro (8)

Con Ben Harper, Los Lobos, Ziggy Marley… e canzoni di Bo Diddley, Slim Harpo…

Taj Mahal è un artista enorme, da me colpevolmente poco seguito: questo disco rimette tutto al proprio posto.

Women – Women (6)

Non l’ho capito, provo a spiegarlo con le parole tratte da The Phoenix:

“Minimalist guitar work (it brings to mind the tonic-based, repetitive structures of later Don Caballero), tape-distressed drums, and banged metal work together to reduce the album’s throwback feel and give an edge to the sing-alongs. Too often, however, the band either let these sounds overwhelm the songs or cobble them into throw-away vignettes that interrupt the otherwise drifting cadences.”

Yo La Tengo – They Shoot We Score (3)

27 frammenti inutili da un gruppo che ho sempre apprezzato.


Buena Vista Social Club at Carnegie Hall (9)

Non beccano “10” solo perché quello l’ho già assegnato al disco originale. Mitici.


Goldfrapp – Seventh Tree (7)

“Dieci tracce nelle quali gli antichi sapori del sottobosco-Goldfrapp riemergono con naturalezza”

Vinicio Capossela – Da Solo (6)

Mah… un ascolto superficiale e distratto mi lascia una sensazione di ripetitività e lentezza; intuisco che ci vorrebbe un pizzico di attenzione in più per apprezzarlo, oggi non me lo posso permettere.

martedì 25 novembre 2008

31 SONGS


breve introduzione

è stata dura, molto dura. È stato bello, è stato molto bello, ma… non finisce qui!

Nel giro di qualche settimana scrivo l’elenco, i commenti, apporto modifiche, ci sono canzoni che entrano e che escono.

Queste sono le mie 31 canzoni della vita, firmato novembre 2008.

Non resta che aspettare: ci saranno new entry, esclusioni drammatiche, scontri appassionati. Vedremo.

Ma questa è la mia lista oggi e qui ci sono 31 pezzettini della mia vita: ovvio che gli anni più rappresentati siano i settanta (12 brani), in cui fiorì la passione e in cui tornai per la riscoperta del punk; ben rappresentati gli altri decenni, sessanta (6), ottanta (6) e novanta (5), poca cosa il nuovo millennio: solo 2 canzoni nei miei secondi quarant’anni, quando forse il mio sentimento è già stato plasmato e non è più tempo di amori.

Una lancia però va spezzata per White Stripes (invero musica d’altri tempi…) e Elliott Smith (ti sia lieve la terra) che emergono fortemente in una stagione in cui ormai i dischi e le canzoni hanno vita brevissima, quando l’ascolto è distratto, l’attenzione ridotta, la confusione – dentro e fuori il mio raggio d’ascolto – è enorme: fino a trent’anni ascoltavo i dischi seduto in poltrona con la copertina (le immagini, i testi, le note) in mano, oggi invece…

Ora mi pongo un altro obiettivo che – contrariamente a quanto possa sembrare – non mi dà nessuna angoscia: my funeral’s song.

C’è una canzone che racconta, sottolinea, appartiene più di mille altre alla mia vita?

Ancora non lo so, scelta difficilissima. Tra queste 31 se la giocano Like a hurricane, The house of a rising sun, Runnin’ on empty, Son of Sam, Hey Joe e forse nessun altra. Ma ce ne sono ancora non meno significative, comprese quelle della prossima lista, quella redatta perchè altri pezzettini del mio cuore sono seminati qui e là, splendide perle da non dimenticare.

Penultima annotazione: se volete fare la vostra lista, provate un po’ a scrivere due righe di commento per ogni scelta: se vi viene di getto è ok, dentro, se faticate un po’, beh, mi spiace, è fuori!

Ultima annotazione: non c’è un ordine logico o di merito, sono 31 e nessuna prima di altre, come nessuna dopo; un po’ come i figli, tutti diversi, ma ognuno fortemente amato.

Annotazione extra: nessuna canzone dei padri, no Otis, no Aretha, no Chuck, no Muddy, no John Lee: sono fuori categoria!

il meglio per me


  • Jackson Browne – Runnin’on empty - vince la sfida con Fountain of Sorrow: lì c’era un’immensa malinconia, qui Brother Jackson aggiunge una botta di energia

  • The White Stripes – Fell in love with a girl – un raggio di luce, vibrante, nel mare magnum degli mp3; musica moderna di altri tempi

  • Los Lobos – La bamba – un branco di lupi lanciato a cento all’ora

  • Elliott Smith – Son of Sam – la canzone perfetta, provatela

  • The Clash – Should I stay or should I go – brucia Rock the Casbah sul filo di lana, più punk, più dura, più vera

  • Procol Harum – A salty dog – sigla di Avventura, tv anni ’70, nostalgia a fiumi

  • Nick Cave – Where the wild roses grow – morte e amore, da brivido

  • The Animals – The house of the rising sun – voce e canzone memorabili: la meglio gioventù

  • Jimi Hendrix – Hey joe – si accettano sfide

  • Tom Waits - Blue valentines – e qui mi commuovo ogni volta

  • The Rolling Stones - Jumpin’jack flash – per motivi anagrafici, come i Beatles, li ho conosciuti un po’ in ritardo; ma io stavo con gli Stones, tutta la vita

  • Traffic - Glad – mai saputo di qualcuno oggi che si ispira ai Traffic: inimitabili

  • Deep Purple – Burn – c’è di meglio in giro nell’hard rock?

  • The Police – Roxanne – il volo dei 20 anni

  • The Band – The night they drove old dixie down – il poema epico americano

  • Bob Dylan - Hurricane – la prima che ho conosciuto di Bob, ne rappresenta molte altre

  • Red Hot Chili Peppers – Give it away – l’ultimo passo in avanti per il rock?

  • Soundgarden - The day I tried to live – spazza via tonnellate di rock duro: il mio grunge

  • Alice in Chains - Man in a box – angoscia e paura, claustrofobia e affanno, insomma, una goduria

  • Neil Young - Like a hurricane – Neil Young è il mio N. 1, niente da aggiungere

  • U2 – Sunday Bloody Sunday – la My Generation

  • The Kinks – Shangri-la – la malinconia sognante di Ray Davies corre in aiuto di cuori infranti

  • Stevie Ray Vaughan – Couldn’t stand the weather – dopo Hendrix c’è Stevie, riposa in pace Stevie

  • Pink FloydShine on you crazy diamond – la follia di Syd risplende in questa canzone

  • Robert Wyatt – Sea song – è Poesia, con la P maiuscola

  • Lynyrd Skynyrd – Free bird – volano libere, tre chitarre elettriche, volano ubriache di puro whiskey sudista

  • Spirit – I got a line on you – bellissima canzone, Peter Zaremba me l’ha impressa nel cuore a Pordenone (live ‘90)

  • King Crimson – 21st century schizoid man – progressive rock? No grazie, solo musica geniale e inimitabile

  • Mc5 – Ramblin’rose – con Kick out the jams un attacco ultraselvaggio: 5 minuti di vera rock revolution

  • Nirvana – Smells like a teenage spirit – quando con chitarra basso e batteria puoi scrivere la storia della musica

  • The Byrds – I’ll feel a whole lot better – di canzoni così ne vorrei ancora e ancora e ancora e ancora

martedì 11 novembre 2008

Ascolti distratti - ottobre 2008


TV On The Radio – Dear Science (10)

Il disco dell’anno? Può darsi. Cresce ascolto dopo ascolto, piano piano ogni canzone emerge in mezzo ad un miscuglio di suoni, un mix di stili. “Love Dog” è la prima canzone a lasciare il segno, seguono a ruota “Red Dress” e “DLZ”, ma prima o poi tutto il disco ti martella in testa e n on vedi l’ora di riascoltarlo. Non trovo nulla di così colorato in giro quest’anno.

Jonathan Richman - Because Her Beauty Is Raw And Wild (8)

Adoro Richman e le sue canzoni semplici, quasi infantili, apparentemente banali; quando basta una chitarra e poco più.

Scaricalo…


Donovan Frankenreiter - Pass it around (7+)

Non male questo cantautore atipico, musica morbida, soffice, ma non troppo smidollata. Donovan può solleticare la nostra vena cantautoriale, intimistica: non annoia, anzi, ogni tanto piazza dei guizzi niente male. Bene bravo sette più.

Ben Folds – Way To Normal (7)

leggerezza, orchestrazioni, spensieratezza, musica per ragazzini. Ogni tanto va bene anche così, non c’è da vergognarsi.

Jolie Holland – The Living And The Dead (6)

Una piccolo delusione da questa piccolo cantautrice from Texas. Ho amato Escondida, questo nuovo lavoro mi lascia indifferente…

Bonnie Prince Billy Is It The Sea (7)

Con lui non ne vengo fuori: idolatrata dalla stampa che conta (e che stimo), ritengo sempre un dovere ascoltarlo. Poi succede che non presto abbastanza attenzione, succede che questi suoni intimistici sono un po’ impegnativi per il mio standard, tant’è che mi tocca affibbiare un misero 7 per quello che molti ritengono un grande dei nostri tempi.

Ray LaMontagne - Gossip In The Grain (7)

Tortured troubadour shows courage on nakedly emotional third LP

Paavoharju - Laulu Laakson Kukista (5)

Fibrillazioni acustiche, fondali spirituali, tocchi digitali: in questo “Laulu Laakson Kukista”, il loro universo sonoro si mantiene pressoché intatto, anche se la band non disdegna di giocare al rialzo, tentando, in più di un’occasione, soluzioni nuove, pur senza averne, ancora, la dignità e il giusto coraggio. Mah!

The Clash – Live at Shea Stadium (8)

The gig found the Clash opening for the Who on the latter band's "farewell" tour, and features a wealth of favorites, from "London Calling" and "Police on My Back" to "The Magnificent Seven" and "Clampdown."

Grande concerto, grande disco, grandi Clash. Da “London Calling” a “I Fought The Law” una bellissima carrellata dei migli

domenica 2 novembre 2008

stagione 2008: si va in letargo


È finita la stagione 2008

Beh, non è proprio finita, mancano due mesi al 31.12.08, ma è finita sicuramente la stagione in cui la corsa in MTB, pazza e appassionata, produce anche i risultati cronometrici migliori: il freddo (non molto, per ora), il terreno umido (moltissimo, grazie alle ultime piogge di ottobre), il poco tempo a disposizione per allenarsi (l’ora solare e la brevità delle giornate…) e, soprattutto, la poca voglia che spinge a buttarsi a testa bassa dopo una stagione agonistica intensissima, rendono questi ultimi mesi dell’anno molto “tranquilli”, da vivere senza rincorse spasmodiche al miglior stato di forma.

Ed è meglio così, un po’ di corsa rilassata ci vuole: anche il mese di ottobre ho corso a perdifiato (grazie al caldo), è tempo di riposo e di tirar le somme.

Adesso ho cominciato a pedalare nel fanghetto tipico della stagione invernale, mi sto godendo un bel weekend di sole e una serie di risultati cronometrici assolutamente dimenticabili; anche l’idea di pedalare per tornare in gara a fine marzo è uno stimolo a stare tranquilli. Bici sì, ma mi porterò l’ipod!

Più tempo per il running serale, quindi, sperando che le varie fibre muscolari mi consentano buoni chilometraggi e sufficiente velocità.

I prossimi test in mtb li farò tra gennaio e febbraio, quando il freddo indurirà il terreno e temprerà il mio spirito per il 2009, nuova stagione, nuova categoria: M4.

Ecco quindi un riassunto pseudo-statistico della stagione 2008, ovvero del periodo che va dal 01.03.08 al 31.10.08.

STRADA

Niente da dire se non che, come già raccontato in agosto, tutti i percorsi sono stati “vinti” (7 su 7): poca corsa su strada quest’anno, ma concentrata nel periodo della massima velocità (giugno-agosto) e dell’erba alta sugli argini… . la corsa su strada è come la matematica, non si può barare: si spinge, si cresce giorno per giorno, al massimo si cerca l’orario migliore per temperatura, vento, abitudini personali… è i risultati arrivano.

FUORI STRADA

È qui che ho combattuto le battaglie più impegnative e ne sono uscito quasi sempre vincitore: 7 volte su 13; spesso l’erba alta e alcuni lavori in corso mi hanno messo in crisi, ma non mi posso lamentare.

In 71 uscite su 89 hanno prodotto tempi entrati nella top ten di ciascun percorso, 36 volte sul podio, 13 record assoluti…

Anche il mese di ottobre, miracoloso dal punto di vista atmosferico, ha avuto grandi corse, totalizzando 6 corse da podio.