lunedì 8 settembre 2008

da Nick Hornby ai R.E.M.



Attenzione, questa pagina del blog è quanto di più simile ad una pagina di “diario” personale (e quindi, non c’è niente di più patetico, dicono i miei figli), ma la lettura di “Tutto per una ragazza” di Nick Hornby mi spinge, quasi mi costringe, a scriverla.

Bene, l’ultimo libro di Hornby – che a poco a poco ha rimontato dei sancta sanctorum della letteratura nel mio ranking personale relativo al numero dei libri letti: infatti, se primi restano Baricco e Steinbeck con 10 opere, seguiti da Jacopo Fo con ben 9 opere (opere?), Nick sale sul podio con 7, appaiandosi a Faulkner (urca) e superando Hemingway fermo a 6, per non parlare di vecchi babbioni come Dos Passos, Fitzgerald e Dostojevski che sono riusciti a piazzare solo 5 libri nella mia zucca – l’ultimo Hornby, dicevo, è molto, molto divertente. Spesso mi sono messo a ridere nel cuore della notte, altre volte sono corso indietro a rileggere alcune pagine, insomma, l’ho letto molto volentieri, anche perché – come tutti i romanzi di Hornby – è leggero e frizzante, insomma, va giù alla grande.

Non perdo tempo con cenni alla trama, piuttosto ammetto che non è il migliore Hornby che abbia mai letto e che alcune cose non mi sono piaciute, come i salti nel futuro e la figura dell’Eroe Tony Hawk (forse perché non ho mai avuto un riferimento eroico nella mia cameretta di sedicenne); ma c’è una pagina che mi ha divertito più di tutte, che mi ha fatto scompisciare dalle risate (notturne, ovvio: quando mai si ride in classe se non quando c’è il prof; di certo ridere durante la ricreazione non è così divertente…). È la pagina di quando nasce il bambino di Alicia e Sam Jones: cercando di farla breve, e sicuro di non riuscire a trasmettere lo stesso effetto stupidamente comico, i due ragazzini avevano preparato ognuno il suo cd per accompagnare il parto, ma per motivi diversi né quello di Sam né quello di Alicia si erano rivelati adatti, tutt’altro; allora vai con il cd preparato dalla madre di lei, che se ne intende di queste situazioni, e tutto va come deve andare, contrazioni, dolori ecc ecc, finchè salta fuori il pupo e Alicia chiede di chi è la canzone che suona in quel momento in sala parto. Di Rufus Wainwright (ottima scelta, brava l’antipatica madre ora nonna). E così è Rufus il nome dato al bambino. Criterio un po’ discutibile, ma tutto sommato è andata bene (c’è chi ci pensa per nove mesi e poi sbaglia clamorosamente…). Il fatto è che da quel momento parte una comicissima (e altrettanto stupidissima) pagina-dibattito tra tutti i presenti prima, tra tutti i parenti poi, per dire cose del tipo “pensa se in quel momento suonavano i Coldplay, sarebbe nato Coldplay Jones”, e poi “se suonavano i Sex Pistols avremmo avuto un bel Sex Pistols Jones”, per non parlare di Madonna o Artic Monkey Jones eccetera eccetera. Risate generali. E ripetute.

Ed ecco la mia paginetta di diario.

Nel 2001 è nata mia figlia. Era maggio e, mentre entravo in ospedale la mattina, così come quando ne uscivo al pomeriggio, la canzone che suonava nella mia autoradio era stata sempre la stessa e divenne una delle 31 canzoni della mia vita: era appena uscito il nuovo singolo dei R.E.M., la bellissima “Imitation of life”: quella fu la canzone che accompagnò la nascita di Maria. Ok?

Ok, ma tutta la storia di Sam e Alicia e Rufus Wainwright cosa c’entra? Forse non c’entra, visto che Maria si chiama così perché due nonne Maria e una bisnonna Maria bastano e avanzano come motivazione, e poi perché la Madonna, perché è un bel nome, perché insomma va bene così: non si chiama REM Berti, giusto?

Giusto, però è anche vero che c’erano i R.E.M. quel giorno e la pronuncia dell’acronimo non è forse un felice anagramma, Ar-I-Am ?

(Il gioco potrebbe poi partire da più lontano, quando nacque Alessandro e dicevo a tutti che era in onore di Del Piero che in quel periodo – ottobre, Champions League 1997, metteva in rete palloni da qualsiasi zolla del campo con una facilità mai più tornata – ma qualcuno non ci crederebbe… però a pensarci bene andò bene anche a me, perché se il goleador fosse stato Zinedine Zidane avremmo oggi un Zinedine Berti, o un Kakà Berti hahahaha).



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