domenica 28 settembre 2008
Blog parallelo...
Buona lettura
giovedì 25 settembre 2008
CAMPIONATO PROVINCIALE XC - ULTIMA GARA
Ore 10:00 partiti. Il solito tourbillion iniziale dove chiunque si butta all’arrembaggio alla ricerca di una buona posizione. La situazione è facilitata da un lungo tratto di strada asfaltata che consente da una parte di non rischiare la pelle, dall’altra di mantenersi in gruppo senza grandi sforzi. Poi cominciano i campi e i vigneti, qui il gruppo si allunga e faticosamente tengo le ruote dei miei più accaniti avversari. Dopo qualche rilancio insidioso, con Dino e Alessandro mi attardo leggermente rispetto ai fuoriclasse, ma il problema è rappresentato da una caduta di un biker che per fortuna evito miracolosamente, ma purtroppo spezza il gruppetto: davanti sono in sei e dietro io con i miei pari… ma ne manca uno, mi è scappato un arancione del Conegliano Bike Team che riesce a resistere nel gruppo dei migliori, ach. Un lungo tratto asfaltato mi permette di ricucire un varco creatosi tra me e due inseguitori, ora siamo in tre alla caccia dei primi sei. Passo in testa a tirare sperando di non perdere di vista l’arancione fuggitivo, ma è un attimo notare che, mentre io tiro, lui se ne sta tranquillo in coda al suo gruppetto di “motociclisti” guidati dall’incredibile Zoppas: non riuscirò mai a recuperare, anzi, gli avversari si perdono dietro le vigne.
Ore 10.15 affronto in testa al trio di inseguitori il temuto “dosson”: in qualche modo mantengo il passo, perdo qualche metro ma presto (tratto asfaltato…) rientro sui colleghi. È un attimo e veniamo travolti da tre M4 (!): prontissimo mi attacco a quel treno furibondo e spero – così facendo – di trovare nuovo slancio. Ed è così in effetti: Dino e l’altro compagno di strada vengono annichiliti dal ritmo dei “veci”, io resisto per un bel tratto e mi avvantaggio. Ma poi devo mollare. Piano piano si allontanano e resto solo ad affrontare il secondo dei tre giri della gara.
Ore 10:25 secondo giro: la situazione è questa: nel gruppo di testa (ormai persi di vista) tutti quelli che devono esserci, compreso Corazzin, + un arancione di Conegliano che dovevo tenere alle spalle. Dietro, io, solitario; un po’ più indietro, ma non abbastanza, 4-5 agguerriti inseguitori che vedo incombenti ogni volta che mi giro. Problema: davanti un gruppetto, dietro un gruppetto, in mezzo io da solo: fregatura massima. È un continuo guardarmi alle spalle. Miracolosamente mi rendo conto che nei lunghi tratti piani non perdo terreno, il problema è il “dosson”. Ed in effetti al secondo passaggio sulla montagnola gli inseguitori mi sembrano vicinissimi e, come non bastasse, stanno sfruttando un secondo treno di M4 che tira da matti. Io concludo il secondo giro solo, impaurito dagli inseguitori e rassegnato per il risultato finale: anche se resisto in questa posizione, il famigerato Corazzin, arrivando 2°, mi aggancerà in classifica generale per colpa di quell’arancione che mi è sfuggito… brutta situazione. Comunque cerco di resistere lì dove sono.
Ore 10:50 comincia il terzo e ultimo giro. Sarà che sono un buon passista, ma nei lunghi rettilinei non mi prendono un metro. Il tempo di assaporare una certa tranquillità e, distratto!, arrivo lungo a un cambio di direzione, devo inchiodare e fare un breve dietro front per recuperare un ponticello sfuggito allo sguardo sfinito. La sensazione è che gli avversari siano arrivati a mordermi le ruote, non mi girò più e sparo tutte le energie rimaste. Ok, non mi hanno ripreso, ma c’è il saliscendi: ora, sinceramente, temere quelle 4 montagnole è da pavidi, ma cercate di capire, sono sfinito e l’immagine del fuggitivo ripreso a pochi metri dal traguardo mi deprime. Però. Però succede che si avvicinano sì, ma non chiudono il buco: gli ultimi km sono piatti, sono miei.
ore 11:20 taglio il traguardo felice per aver resistito da solo (gli inseguitori arrivano 10 secondi dopo), scontento per il risultato finale: gli ho tenuti tutti dietro di me, quelli che potevo, tranne uno, accidenti…
sul traguardo chiacchiero piacevolmente con tutti: ci sono Arabia, Lunardelli, il mitico Borriello, Camerotto; ci sono persino due fans, Lia e Paola. Sono proprio contento, ma con una punta di amarezza. Poi vado verso la macchina, per recuperare la borsa per fare la doccia, e lì incontro Corazzin: chiedo com’è andata e lui mi dice “terzo”. Terzo? Terzo. Cioè, comincio rapidi ragionamenti: 1 – Zoppas, 2 sarà Fabris, 3 Corazzin 4 l’arancione, Corrocher, 5 io… allora, se Corazzin è stato superato da Fabris (cosa mai successa quest’anno…) beh, allora… mi recupera solo 5 punti… ma allora resto terzo in classifica finale, ma, ma allora… allora sono terzo nel campionato provinciale 2008!!!!!!!!
Incredibile, incredibile: chiunque legga queste righe non ci capirà un bel niente, ma io sì: dovevo fare l’impresa della vita e proprio quando – nonostante uno sforzo bestiale – credo di non avercela fatta… ecco che scopro che ne è valsa la pena, resistere lì da solo lungo quei
Ritorno in macchina a casa: a tutto volume, nell’ordine:
David Bowie: Ziggy Stardust, Suffragette city;
Soundgarden: The Day I tried to live, Jesus Christ Pose.
Entusiasmo alle stelle, chiedo scusa, ma sono al settimo cielo.
martedì 23 settembre 2008
the best of Rock'n'Bike
Frank Zappa.
Inizia dietro ai tamburi, poi chitarrista eccelso, stile inconfondibile, compositore, direttore d’orchestra; scrive canzonette e musica d’avanguardia, stupid songs e sperimentazioni. Nel 1966 esce “Freak Out”, il primo “concept” della musica rock, il primo doppio lp; in carriera mescola tutti i generi, prima della fusion, prima del crossover.
E ancor prima di “Freak Out”, il 14 marzo 1963 partecipa allo show di Steve Allen e lì, sostenuto da un’orchestra jazz di sottofondo, “suona” una bicicletta (una Schwinn, per gli appassionati, presa in prestito dalla sorella). I suoni vengono prodotti soffiando nel manubrio e pizzicando i raggi. Primo e unico.
Lo show:
prima parte
http://it.sevenload.com/video/v1OpHOs-Frank-Zappa-on-the-Steve-Allen-Show-Part-One-1963
seconda parte
http://it.sevenload.com/video/p9GHKiV-Frank-Zappa-on-the-Steve-Allen-Show-Part-Two-1963
domenica 21 settembre 2008
Sensazioni - 2
ovvero
i difficili ultimi giorni prima dell’ultima gara del Campionato Provinciale 2008
Martedì – venerdì un’uscita al giorno con buon ritmo, soprattutto venerdì dove bisso (bisso?) un gran tempo ottenuto giorni prima in quel di Oderzo; deduco che la gamba c’è ancora e, quel che più conta, il terreno è bello duro.
Sabato 20 settembre volo a Roma per lavoro (?) dall’alba alla sera, un modo come un altro per distrarmi. In realtà accumulo un gran sonno arretrato e durante gli infiniti pisolini schiacciati in aereo e all’aeroporto (e in riunione…) ripercorro ossessivamente tutte le gare del campionato, ipotizzando gli infiniti possibili scenari. Un pensiero ricorrente è questo: stasera torno a casa tardi, scendo in garage a salutare la mia Big Bear e scopro che una ruota è a terra. Nonostante tutto torno a casa alle 22, accarezzo la bici (sta benone) e mi fiondo in piazza a Motta a vedere un bel concerto dei Tre Allegri Ragazzi Morti: accumulo un altro po’ di sonno arretrato epperò mi distraggo per bene. A letto oltre mezzanotte.
Domenica 21 settembre sveglia alle 7:15, arrivo a Dosson dopo aver superato indenne 3 (tre) pattuglie dei carabinieri (cosa ci fanno alle 8 del mattino sulla Postumia tutti sti karamba?). E penso: tutto sto culo con i carabinieri è un buon segno o uno “spreco” di fortuna? Scendo dalla macchina e mi si piazza a fianco un furgone da cui esce Corazzin con tutta la famiglia al seguito. Apre il portellone e dentro c’è una specie di officina. Guardo perplesso il mio sacchetto bucato contenete una pompetta, un copertone e due toppe e penso: non c’ è partita.
Prima del via faccio un giro di ricognizione e penso in serie:
1 – ok, dovevo venire a marcare stretto chi mi segue in classifica (Lunardelli e Arabia) e ora mi ritrovo a dover attaccare fin dal primo metro uno imbattibile;
2 – bene, Corazzin arriverà secondo come sempre, ma io posso, “posso”, arrivare 4° che equivale a perdere solo 5 punti dei 7 che ho di vantaggio.
3 – dunque la classifica di oggi deve essere: 1° Zoppas, come sempre, 2° Corazzin, 3° Fabris, 4° Berti, giusto? Quindi dietro di me devono finire i maledetti arancioni del Conegliano Bike Team, tutti i Pedali Roventi, altri pericolosi ciclisti non meglio identificati e, ovviamente, i miei amici Arabia e Lunardelli: non è impossibile perché a Malintrada è già successo e a Meduna pure, qundi…
4 – la prima parte del giro di ricognizione si rivela di un “piatto” imbarazzante: benissimo per me, cresce la fiducia. Ma ad un certo punto spunta il “Dosson”, una montagnola da scalare con serpentine e cunette a volontà e conseguenti discese, che me lo fa sembrare l’Everest: è subito chiaro che è qui, in queste poche centinaia di metri di saliscendi che la mia impresa trova l’ostacolo più alto. Segue poi un altro “piattone” ricco pure di asfalto, ma tutto ciò non mi rassicura. Sarà dura, sarà durissima.
9:55 5 minuti al via; chiacchiero con Arabia e Lunardelli: siamo sulla stessa barca: 3 buoni bikers che si confortano a vicenda nella continua lotta contro i mostri della mtb trevigiana. A Dino propongo pure una specie di alleanza: diamoci una mano, tu arriverai prima dei tuoi avversari e forse io prima dei miei, te compreso…
10:00 partiti…
martedì 16 settembre 2008
Sensazioni
il difficile periodo di avvicinamento alle gare finali del campionato provinciale
Inizio agosto, dopo le vacanze: sono riposatissimo, parto all’attacco di tutti i miei percorsi lungo Monticano e Livenza. Sgretolamento di tutti i record.
Fine agosto: attività di mantenimento, ancora super tempi e qualche dubbio a causa di alcune gare in cui tiro come un matto e arrivo sfinito: riesco a reggere un’ora di corsa?
Inizio settembre: sfida alla Pedalata Giurassica, nonostante una scivolata in cui perdo contatto coi migliori, mi piazzo bene e penso: nelle due gare che restano basterà marcare stretto gli avversari, l’unico problema potrebbe venire da uno sfortunatissimo guasto meccanico.
Mercoledì 10 settembre, dopo mesi di caldo, secco, afa, sole, guardo IL METEO: pioggia da venerdì sera a domenica mattina. Panico. Probabile pioggia anche la domenica successiva…
Giovedì 11 settembre: rabbioso, strappo un tempone in quel di Oderzo, sono in una forma stratosferica, ma … sta arrivando il brutto tempo.
Venerdì 12 settembre: sole e caldo fino alle 14:00, poi pioggia totale. Non ho speranze, beccherò un distacco ciclopico, nel fango sono un incapace.
Sabato 13 settembre: mi sveglio col sole, miracolo? Provo a correre sull’erbetta umida, tutto bene, ma arrivano nuvoloni. Dalle 12:00 in poi acqua, temporale. Ora spero che diluvi fino a domani e la gara venga annullata. Intanto penso che potrei andare da Livio per qualche consiglio e magari per cambiare i copertoni. Alle 17 smette di piovere, fa freddo, tira vento… beh, se non piove più fino a domani mattina magari non sarà la temuta melma di campo, ma solo un terreno allentato.
Domenica 14 settembre, Sambughè, penultima gara del campionato provinciale. Fango totale, becco un distacco stratosferico da tutti, ma – miracolosamente – la classifica generale tiene: sono ancora terzo. Nota negativa: è arrivato un concorrente inaspettato, un tale molto forte che non si abbassa mai a correre queste gare di pianura, tale Corazzin. Ovviamente in classifica generale si piazza alle mie calcagna, al quarto posto, e se domenica parteciperà all’ultima gara di Dosson, addio sogni di gloria (e, diciamo la verità, sarebbe anche giusto così).
Lunedì 15 settembre e oltre settimana definita dal Meteo sufficientemente tranquilla, pioggia solo venerdì, poca, il resto sole. La situazione è apparentemente ideale, ma… per tutta la settimana devo gufare affinché Corazzin non si presenti domenica a Dosson. E penso: i miei risultati dipendono strettamente dalla presenza o meno degli avversari più forti, ma che razza di corridore sono…
lunedì 8 settembre 2008
da Nick Hornby ai R.E.M.
Attenzione, questa pagina del blog è quanto di più simile ad una pagina di “diario” personale (e quindi, non c’è niente di più patetico, dicono i miei figli), ma la lettura di “Tutto per una ragazza” di Nick Hornby mi spinge, quasi mi costringe, a scriverla.
Bene, l’ultimo libro di Hornby – che a poco a poco ha rimontato dei sancta sanctorum della letteratura nel mio ranking personale relativo al numero dei libri letti: infatti, se primi restano Baricco e Steinbeck con 10 opere, seguiti da Jacopo Fo con ben 9 opere (opere?), Nick sale sul podio con 7, appaiandosi a Faulkner (urca) e superando Hemingway fermo a 6, per non parlare di vecchi babbioni come Dos Passos, Fitzgerald e Dostojevski che sono riusciti a piazzare solo 5 libri nella mia zucca – l’ultimo Hornby, dicevo, è molto, molto divertente. Spesso mi sono messo a ridere nel cuore della notte, altre volte sono corso indietro a rileggere alcune pagine, insomma, l’ho letto molto volentieri, anche perché – come tutti i romanzi di Hornby – è leggero e frizzante, insomma, va giù alla grande.
Non perdo tempo con cenni alla trama, piuttosto ammetto che non è il migliore Hornby che abbia mai letto e che alcune cose non mi sono piaciute, come i salti nel futuro e la figura dell’Eroe Tony Hawk (forse perché non ho mai avuto un riferimento eroico nella mia cameretta di sedicenne); ma c’è una pagina che mi ha divertito più di tutte, che mi ha fatto scompisciare dalle risate (notturne, ovvio: quando mai si ride in classe se non quando c’è il prof; di certo ridere durante la ricreazione non è così divertente…). È la pagina di quando nasce il bambino di Alicia e Sam Jones: cercando di farla breve, e sicuro di non riuscire a trasmettere lo stesso effetto stupidamente comico, i due ragazzini avevano preparato ognuno il suo cd per accompagnare il parto, ma per motivi diversi né quello di Sam né quello di Alicia si erano rivelati adatti, tutt’altro; allora vai con il cd preparato dalla madre di lei, che se ne intende di queste situazioni, e tutto va come deve andare, contrazioni, dolori ecc ecc, finchè salta fuori il pupo e Alicia chiede di chi è la canzone che suona in quel momento in sala parto. Di Rufus Wainwright (ottima scelta, brava l’antipatica madre ora nonna). E così è Rufus il nome dato al bambino. Criterio un po’ discutibile, ma tutto sommato è andata bene (c’è chi ci pensa per nove mesi e poi sbaglia clamorosamente…). Il fatto è che da quel momento parte una comicissima (e altrettanto stupidissima) pagina-dibattito tra tutti i presenti prima, tra tutti i parenti poi, per dire cose del tipo “pensa se in quel momento suonavano i Coldplay, sarebbe nato Coldplay Jones”, e poi “se suonavano i Sex Pistols avremmo avuto un bel Sex Pistols Jones”, per non parlare di Madonna o Artic Monkey Jones eccetera eccetera. Risate generali. E ripetute.
Ed ecco la mia paginetta di diario.
Nel 2001 è nata mia figlia. Era maggio e, mentre entravo in ospedale la mattina, così come quando ne uscivo al pomeriggio, la canzone che suonava nella mia autoradio era stata sempre la stessa e divenne una delle 31 canzoni della mia vita: era appena uscito il nuovo singolo dei R.E.M., la bellissima “Imitation of life”: quella fu la canzone che accompagnò la nascita di Maria. Ok?
Ok, ma tutta la storia di Sam e Alicia e Rufus Wainwright cosa c’entra? Forse non c’entra, visto che Maria si chiama così perché due nonne Maria e una bisnonna Maria bastano e avanzano come motivazione, e poi perché la Madonna, perché è un bel nome, perché insomma va bene così: non si chiama REM Berti, giusto?
Giusto, però è anche vero che c’erano i R.E.M. quel giorno e la pronuncia dell’acronimo non è forse un felice anagramma, Ar-I-Am ?
(Il gioco potrebbe poi partire da più lontano, quando nacque Alessandro e dicevo a tutti che era in onore di Del Piero che in quel periodo – ottobre, Champions League 1997, metteva in rete palloni da qualsiasi zolla del campo con una facilità mai più tornata – ma qualcuno non ci crederebbe… però a pensarci bene andò bene anche a me, perché se il goleador fosse stato Zinedine Zidane avremmo oggi un Zinedine Berti, o un Kakà Berti hahahaha).
lunedì 1 settembre 2008
I Against I - Rewind
Detto ciò, segue la cronaca...
"Fine agosto
I against I