sabato 15 agosto 2009

about gibson les paul













In memory of Les Paul, guitar innovator (June 9, 1915 – August 13, 2009): he was a pioneer in the development of the solid-body electric guitar which "made the sound of rock and roll possible."

“Neil era il tipo che se avesse visto un vecchio cane smagrito in strada, avrebbe notato qualcosa in lui e l’avrebbe portato con sé a casa. E così con quella chitarra. Mi piaceva com’era, ma suonava terribilmente. Era come l’inferno. Neil se ne innamorò”.
La soprannominata Old Black, che Young ottenne in cambio di una Gretsch Orange 6120 da Messina, non era altro che una Gibson Les Paul Gold Top del 1953 che qualcuno aveva dipinto di nero con la prima sostanza che aveva trovato. Una chitarra col corpo e il manico in mogano, la tastiera in palissandro. Questo improvvisato liutaio aveva aggiunto poi sul retro un lungo binding bianco che correva dalla paletta fino giù al corpo della chitarra. La Gold Top era una delle solid body per eccellenza. Il modello del ’53 aveva due magneti P-90 (con la cover colore crema) e l’attaccacorde/ponte trapezoidale (i puristi della Gibson non hanno mai amato troppo questi primi modelli perché non avevano una grossa stabilità; inoltre l’angolo del manico rispetto al corpo era appena accennato). Qualcuno aveva dipinto questo ‘sogno’ di nero e aveva anche ‘perduto’ o cambiato il P-90 al ponte sostituendolo con un Rowe De Armond M5A single coil. Il P-90 al manico invece aveva la cover di metallo anziché di plastica, probabilmente ‘presa’ da una Gibson ES-330. Le meccaniche non erano le originali Kluson ma le Grover C-102. Inoltre l’attaccacorde/ponte originale era stato sostituito da una leva del vibrato Bigsby modello B 3 con l’aggiunta di un ponte tune-o-matic. Il battipenna era di alluminio ed aveva preso il posto di quello color crema in plastica originale e così la cover del trussrod sulla paletta. Quest’ultima aveva, oltre che un sottile binding lungo il suo perimetro anche un intarsio a forma di diamante che le Goldtop non avevano…inconsueto dettaglio… Insomma questa Gibson, già in origine non troppo riuscita, era stata modificata, e questi apparenti migliorìe avevano in qualche modo addirittura peggiorato la situazione. Già nel 1969 eravamo ‘into the black’!! Questo inferno di strumento è la configurazione che si può ascoltare ancora oggi sugli album di Young,Everybody Knows This Is Nowhere del 1969 (con “Cinnamon Girl”, “Down By The River” e “Cowgirl In The Sand” sugli scudi), su After The Gold Rush del 1970 (sui brani “Southern Man” e “When You Dance I Can Really Love”, in particolar modo) su 4 Way Street, il classic album live di CSN&Y del 1971 (sul brano “Long Time Gone”) e sul recente live del 2006 con i Crazy Horse – ma registrato nel marzo 1970 – Live At The Fillmore East (in realtà l’esordio di questa Gibson in studio fu per una cantautrice canadese, amica di Young, Elyse J. Weinberg – potete ascoltare quella chitarra sulla ristampa in cd del primo album della folk-singer, Elyse)…
Gibson Les Paul (1959) - Jimmy bought the 'number 2' Gibson Les Paul from Joe Walsh of The Eagles. According to Tim Martin, former Zeppelin rodie, it doesn't sound quite as good as LP number 1 but features some very interesting modifications. Jimmy wanted a few extra switches fitted but his engineer was reluctant to drill holes in a $6000 guitar. Hence, there is an ingenious fixing system that doesn't devalue the instrument. There are also a couple of switches placed under the scratchplate. One selects a choice of serial or parallel for the pickups, and the other offers ordinary or phased guitar sounds.


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