domenica 29 marzo 2009

Meduna di Livenza, I prova XC provinciale


Dura battaglia oggi a Meduna, prima gara del Campionato Provinciale XC 2009, personale debutto nella categoria M4.

Come preannunciato da giorni, nella notte si era scatenato il diluvio universale: le prove del percorso fatte il sabato erano servite ad alimentare i rimpianti: quella che era una gara da velocisti, ora si trasformava in gara per equilibristi, agili, leggeri bikers: in altre parole, tutto quello che non sono.

Ma devo tormentarmi per una sfortuna simile? Assolutamente no. Ho voluto la mtb? Adesso non resta che pedalare, sole o pioggia, pianura o salita, si deve dare tutto.

L’introduzione notturna dell’ora legale, oltre a farmi riposare di meno, mi costringe a dispiegare una serie di allarmi degni di miglior causa: ed eccomi qua con tre sveglie puntate alle 8.45, troppo tardi per fare le cose con calma, ma almeno non mi troverò a provare il percorso troppo presto e non alimenterò ulteriori paure.

La consegna dei pettorali è ultraveloce, vado a provare un paio di punti critici e ci informano che hanno tagliato due pezzi, uno da paura – bene – l’altro da spingere a tutta – peccato. Inoltre hanno tagliato un giro per ogni categoria, noi M4 passiamo da 3 a 2, correremo meno di un’ora, bene.

Alla partenza scambio due parole con i compagni di squadra e guardo i nuovi avversari: come sempre hanno tutti l’aria di essere non solo più forti, ma anche esperti nuotatori nel fango.

Pronti, via: si scatta insieme agli M5 e, dopo l’asfalto iniziale, ci piantiamo tutti in un viscido tratto di avvicinamento all’argine; me la cavo benino, trovo “piste” abbastanza agili, recupero qualche posizione delle solite troppe perse in avvio. Le rampe in salita le percorriamo tutte giù di sella e lì mi sento forte grazie alla preparazione a piedi; i tagli in discesa mi pietrificano, ma me la cavo dignitosamente. Dopo un tratto pessimo, fango assoluto, incontro un lungo rettilineo pedalabile che mi permette di recuperare bene: la tipica gara di rilanci e tirate pazzesche, ora in testa ora in scia, non esiste proprio in queste condizioni: ognuno corre per conto proprio e scopro con piacere il vantaggio di non avere riferimenti: meno corpo a corpo, menostress.

Arriva la prima picchiata da paura: vedo alcuni scendere di sella, ma io coraggiosamente mi butto… mi ritrovo anch’io giù dalla sella, ma non per scelta: arrivo ai piedi della picchiata scivolando sul fianco destro, mi rialzo ammaccato e mi raggiunge la mia fidata bicicletta; in un attimo controllo che sia ancora utilizzabile (sia la bici, sia il ciclista), ma il boschetto fangoso lo affronto a piedi: si rivela una scelta azzeccata, non è pedalabile per nessuno e scopro così che, ruzzolando e saltellando ho sorpassato due o tre miei avversari; ora davanti non vedo nessuno, dietro ho pericolosi M4 che però non si avvicinano nei tratti a me meno congeniali.

Si compie così il primo giro e mi godo l’unico km asfaltato, convinto che su strada sono imbattibile; in effetti credo di aver tracciato qui un bel distacco dai miei inseguitori, non li vedo più comparire alle spalle, anzi, mi ritrovo ad affiancare un amico M3 partito un minuto prima! Con lui misuro le mia capacità ed ecco il risultato: sul piano me la cavo nonostante il fango, anzi, vado che è un piacere; negli slalom resto il solito incapace, nei tratti a piedi sono un leone, ergo: cosa ci faccio allora in mtb?

Ed ecco gli ultimi km. Niente voli spettacolari nel finale, un po’ di problemi di vista causati

 da occhiali infangati, nessuna ansia al traguardo non avendo avversari né davanti né alle spalle.

Taglio il traguardo e stringo i pugni... perché?

Perché sono certo di aver fatto una garona! Non so assolutamente il piazzamento raggiunto, ma ho visto molti bikers messi molto peggio di me su un terreno che l’anno scorso mi aveva dato grossi dispiaceri, quindi…

Alla fine, dopo aver lavato ben bene bici e ciclista, la bella notizia: sesto assoluto, quarto provinciale!!! Addirittura podio per i primi sei, foto, congratulazioni, premio. Grande soddisfazione.

Nessun rimpianto, nessun errore importante, nessuna sfortuna: certo, se avessimo corso sotto il sole, un paio di posizioni forse le avrei guadagnate, ma questo di oggi è un ottimo segnale per la stagione iniziata: anche quest’anno me la gioco con i migliori. L’importante è insistere.

classifica

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